Dogana non accetta certificati emessi da paesi Eurasec

Sembrerebbe che la dogana centrale della Federazione Russa a partire dal 1 Marzo 2017 abbia, in alcuni casi, rifiutato di accettare dichiarazioni di conformità e/o certificati Eurasec REGOLARMENTE RILASCIATI da altri paesi (Bielorussia, Kazakhstan, Armenia e Kirghizistan)

fatto contro il quale (soprattutto la Bielorussia) ha chiesto spiegazioni scagliandosi violentemente in sede parlamentare ed in commissione Euroasiatica contro l’atteggiamento della dogana russa.

Il fatto in realtà è più di natura tecnica che sostanziale; cosi come previsto dagli accordi di istituzione dei regolamenti tecnici euroasiatici che permettono, una volta ottenuti, di far valere la conformità dei prodotti in tutti i territori della comunità euroasiatica, il compito di ogni paese avrebbe dovuto essere quello di mettere on line i dati delle dichiarazioni di conformità EAC o dei certificati cosi come quelli della Registrazione Statale in modo che essi siano fruibili agli enti autorizzati (prima di tutti ovviamente la dogana).

Ad eccezione della Federazione Russa, però, i restanti paesi sono, di fatto, molto indietro nello sviluppo di questi database; in alcuni casi è possibile identificare il numero della certificazione ma non è possibile avere notizie né sulla eventuale revoca né, tanto meno, dettagli sul certificato stesso (informazioni sull’Applicant, codice doganale indicato, descrizione della merce etc. etc.) mentre, in altri, la descrizione era meramente sommaria o in altri ancora verificatisi come il caso delle Registrazioni Statali mancavano informazioni fondamentali (nella fattispecie i numeri di riferimento, il nome del laboratorio e i risultati delle analisi del laboratorio stesso.

Il protrarsi di questa situazione ha condotto le dogane della Federazione Russa ad un bivio:

Accettare “in fede” i certificati come buoni non potendone però constatare la veridicità ovvero fare una azione di forza nei confronti degli altri stati in modo da forzare e affrontare il problema.

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