Nel 2015 sono entrati in vigore una serie di regolamenti tecnici redatti da appositi organismi scelti dalla commissione economica euroasiatica, tra i migliori esperti nelle varie nazioni.
Tali regolamenti (CU-TR secondo l’abbreviatura inglese) che prendono il nome in russo di «Технический Регламент Таможенного Союза» provvedono alla regolamentazione e normazione tecnica per l’ottenimento della conformità EAC e del relativo marchio da apporre sui prodotti.
Insieme alle regole tecniche per l’ottenimento del Certificato EAC, la commissione euroasiatica ha disposto, in appositi regolamenti tecnici , le procedure per apporre il marchio EAC su un prodotto soggetto a valutazione della conformità.
La precisazione “prodotto soggetto a valutazione di conformità” non è da poco. Sovente ci sentiamo richiedere quali siano le modalità per apporre il marchio EAC (e il relativo logo) in prodotti non soggetti o comunque non rientranti nell’ambito dei regolamenti tecnici CU-TR e dunque non soggetti a certificazione.
Secondo Gost Standard (e non solo) se un prodotto non è assoggettato a nessun regolamento tecnico EAC ne consegue che come pura deduzione logica questo stesso prodotto non dovrà essere marchiato con il logo EAC non rientrando ricadendo in tale normativa.
Addirittura si arriverebbe al paradosso (ma concreto) di dichiarare il falso; si apporrebbe (o si richiederebbe di apporre) un marchio di conformità su un prodotto che non ha, di fatto, superato, perchè non svolto, nessun esame ne documentale tantomeno pratico (Test Report) che sono le condizioni minime che richiedono i regolamenti per poter appore il marchio di conformità della comunità doganale eurasec.
Per quanto riguarda la vera e propria apposizione del logo EAC la normativa prevede che debba trattarsi di un logo quadrato (quindi bisogna rispettare le proporzioni) con colore nero del logo su sfondo bianco o viceversa (bianco su nero), essere ben visibile e identificabile in tutti i prodotti immessi in consumi nel territorio doganale unico.
Esso deve essere apposto sul prodotto o nel caso di prodotti estremamente piccoli nel foglietto esplicativo o ancora in alcuni casi nella confezione che contiene il prodotto.
Per quanto riguarda ciò che deve essere riportato nel marchiatura EAC si dovrà fare riferimento ai singoli regolamenti tecnici che specificheranno ciò che deve essere esplicitato oltre al logo.
TR CU
Da un punto di vista pratico i regolamenti tecnici sono dei documenti numerati in maniera progressiva ed emessi dopo che la commissione ne ha approvato il contenuto, gli standard e, ovviamente, la data d’entrata in vigore.
Per comodità citeremo solo i regolamenti tecnici che sono, alla data odierna, entrati in vigore visto che (correttamente a nostro parere) dall’approvazione di una nuova regolamentazione tecnica, alla entrata vigore la Comunità Euroasiatica garantisce un certo lasso di tempo per far sì che la normativa venga recepita dalle aziende dando il tempo in questo modo, di adeguarsi alle nuove norme (generalmente 2/3 anni).
Si è partiti nel 2011 dal regolamento tecnico (ТР ЕАЭС 001/2011″О безопасности железнодорожного подвижного состава”) e si è arrivati in data odierna all’entrata in vigore del numero 44 «О безопасности упакованной питьевой воды, включая природную минеральную воду» (ТР ЕАЭС 044/2017).
Commissione Euroasiatica
Ovviamente, come spesso accade, dalla entrata in vigore del primo regolamento tecnico ad oggi, la commissione economica-doganale euroasiatica ha dovuto apportare numerosi aggiustamenti, dissipare molti dubbi interpretativi, oppure più semplicemente adeguare vecchie procedure a nuove metodologie attraverso una serie di atti denominati in lingua russa (Решение) che possono essere tradotte con il termine di “Decisioni”.
Allorquando ci accingiamo dunque, a leggere uno o più regolamenti tecnici dobbiamo sempre verificare se esistono delle decisioni della commissione euroasiatica relative a tali regolamenti che ne abbiano modificato o comunque cambiato la sostanza.
Applicant
Una delle novità introdotte dai nuovi regolamenti tecnici EAC è la figura, molto conosciuta in tutti i paesi che adottano il sistema certificativo delle cosiddette terze parti, dell’Applicant o appunto, terzo garante.
Secondo quanto si evince dai regolamenti tecnici l’Applicant (Заявитель) ma ancor più chiaramente nel punto 5 allegato 9 del trattato istitutivo dell’unione euroasiatica (ЕАЭС) deve essere un soggetto giuridico (azienda o impresa individuale) residente in uno dei paesi dell’unione euroasiatica. Inizialmente alcuni hanno, erroneamente, identificato tale figura obbligatoriamente ed esclusivamente con l’importatore, ma, da una lettura più attenta, si evince chiaramente come nelle normative si parla di importatore o “azienda autorizzata dal produttore” svincolando dunque il produttore dal dover necessariamente indicare l’importatore come Applicant, dando facoltà di indicare una azienda o società (sempre di diritto Euroasiatico) con la quale il produttore sarà legato da un contratto di “rappresentanza” non nel senso letterale del termine ma rappresentanza intesa di qualità certificativa.
La figura dell’Applicant ha notevole importanza e rilevanza da un punto di vista certificativo nonché legislativo; è infatti l’Applicant che grazie al contratto con il produttore ha il compito di produrre e presentare tutti i documenti atti all’ottenimento della conformità; firmare i moduli per la richiesta della certificazione (o della dichiarazione), verificare gli atti e la procedura di campionamento, inoltrare al laboratorio i prodotti per le analisi, sospendere la vendita in caso di riscontrate difformità o di variazioni alla metodologia e ai sistemi di produzione da parte del produttore, firmare e rilasciare le deleghe (questa è una sua discrezionalità non un obbligo) per l’utilizzo dei certificati da parte di altre aziende o importatori che stanno importando le merci del produttore.
Oltre ai compiti e alle responsabilità strettamente legati alla sfera certificativa, l’Applicant ha responsabilità ai sensi della legislazione dell’unione doganale sugli eventuali danni causati a persone e ad ambienti derivanti dai prodotti da lui rappresentati.
Per l’ottenimento di una certificazione di conformità per produzione di serie è obbligatoria la presentazione di un contratto scritto tra Produttore e Applicant.
Tale contratto che dovrà essere scritto in una delle lingue dell’unione doganale e con la lingua di origine del produttore conterrà obbligatoriamente almeno i seguenti punti:
- Dati delle parti contraenti
- Soggetto del contratto.
- Obblighi del richiedente.
- Responsabilità del richiedente.
- Obblighi del produttore.
- Durata del contratto (non potrà essere a tempo indeterminato)
Ovviamente tale contratto dovrà essere firmato e timbrato da entrambi.
La normativa tecnica derivante dai nuovi CU-TR divide le modalità per l’ottenimento della conformità (nella stragrande maggioranza dei casi) in due forme di attestazione della stessa:
Dichiarazione di Conformità EAC
La dichiarazione di conformità EAC rappresenta (esemplificando) la forma più easy per l’ottenimento della conformità alla normativa EAC. Tale dichiarazione è, alla stregua della dichiarazione di conformità Gost, un’attestazione, nell’ambito della quale degli organismi accreditati e ben definiti dal legislatore, attestano l’idoneità di un prodotto a determinati requisiti di sicurezza stabiliti dai regolamenti tecnici (norme tecniche cogenti) dell’Unione Doganale (Conformità EAC zone).
La “ratio” della certificazione (che sia nella forma di dichiarazione che in quella di certificazione di conformità vengono comunemente conosciute come certificazione EAC) è quella di garantire (una volta ottenuta) la libera circolazione delle merci senza ulteriori vincoli nell’ambito dell’unione doganale dei paesi euroasiatici consentendone la marcatura con il logo EAC.
L’importazione, l’immissione in consumo nonché la messa in servizio di beni, soggetti a valutazione della conformità obbligatoria (quindi a certificazione o dichiarazione di conformità obbligatoria) nell’ambito dell’Unione doganale non può avvenire in mancanza della predetta attestazione.
Ovviamente cosi come all’interno della UE, il vantaggio più evidente che deriva dall’ottenimento di questo documento, è la possibilità di importare e commercializzare prodotti omogenei (da un punto di vista doganale) con una unica attestazione di conformità in tutto il territorio dei paesi facenti parte dell’unione Euroasiatica.
Da un punto di vista prettamente doganale bisogna sottolineare il fatto che al fine della certificazione di conformità EurAsEC il o i prodotti prodotto non sono più classificati con il codice doganale interno di ciascun paese, ma esclusivamente con il codice della nomenclatura combinata unica della comunità EAC.
I documenti richiesti per la procedura di avviamento per l’ottenimento della dichiarazione di conformità EAC che dovrà presentare il Produttore attraverso il soggetto Applicant sono i seguenti:
- Richiesta di registrazione della dichiarazione di conformità;
- Copia dei documenti che confermano lo status giuridico di persona giuridica dell’Applicant (INN, OGKPO, STATISTIC CODE);
- Copia Contratto per la funzione di Applicant;
- Documentazione Tecnica (che varia a seconda del prodotto che si intende certificare) in LINGUA RUSSA;
- Copie delle eventuali certificazioni di qualità in possesso del produttore;
Certificazione di Conformità EAC
La certificazione EAC è la forma più complessa (oltre a essere quella più lunga come tempistica) per l’ottenimento della conformità ai regolamenti tecnici EAC.
In data 18.06.2010 con la decisione n. 319 venivano istituiti i registri unici degli organi certificativi e laboratori di prova ammessi a rilasciare e compiere analisi al fine del rilascio del nuovo certificato dell’unione doganale (Art.1).
A seguire negli articoli successivi venivano individuato il “body” del certificato e le modalità del rilascio cosi come gli adempimenti da compiere (dettagliatamente indicato nella decisione 319 del 2 Marzo 2011).
All’art. 6 è istituito un elenco di prodotti soggetti a controllo obbligatorio della conformità cosi come successivamente previsto dal disposto dalla decisione n. 526 del 28-01-2011 della commissione dell’unione doganale degli stati euroasiatici, che stila una lista di prodotti per i quali è obbligatorio ottemperare agli obblighi del nuovo regolamento tecnico dell’unione doganale specificando ben chiaramente che “ tale nuova forma di certificato potrà essere emesso in uno dei paesi dell’unione doganale e avere validità reciprocamente riconosciuto da tutti i paesi EuRaSEc.”
L’efficacia “migratoria” delle nuove regolamentazioni EurAsEC è progressivamente entrata in vigore sino a diventare praticamente integralmente integrativa dal Giugno 2013 data dalla quale non sono più emettibili vecchi certificati nazionali eccezion fatta per quelle tipologie produttive non ancora regolate da normative uniche euroasiatiche.
Le nuove modalità certificative EAC, per quanto riguarda la produzione di serie, presentano alcune novità degne di nota; Innanzitutto gli schemi certificativi che possono assumere, questi schemi sono chiaramente indicati in ogni singolo regolamento variando dunque le forme e le modalità del rilascio proprio in base a tali schemi.
Al netto comunque dello schema certificativo adottato in line generale l’iter per l’ottenimento prevede:
- Inoltro della richiesta di registrazione della certificazione
- Preparazione, Analisi, Raccolta e invio della documentazione tecnica (Lingua Russa) ;
- Organizzazione e controllo della produzione (Audit Ispettivo Iniziale)
- Organizzazione per l’ottenimento dei Test report per i prodotti da certificare
- Invio dei campioni al laboratorio tecnico indicato
- Registrazione della certificazione;
- Contrassegno e marcatura della merce secondo disposizioni del regolamento afferente.
Nel caso di certificazione rilasciata per produzione di serie e per durata superiore all’annualità la verifica ispettiva (audit) presso il sito io i siti produttivi nel caso di azienda straniera dovranno essere svolti dal secondo anno in poi per verificare che la qualità produttiva dell’azienda sia rimasta almeno inalterata se non migliorata. A tal fine dunque, in sede di audit di controllo e rinnovo annuale, l’azienda interessata dovrà produrre una serie di documenti (che varieranno ovviamente in relazione alla tipologia produttiva) atti a dimostrare quanto sopra (Analisi e gestione della sicurezza, Certificazioni CEE ottenute, Metodologie per il controllo della produzione, Metodologie e controllo delle materie prime acquistate, documentazione tecnica dei prodotti etc. etc.)
In ogni regolamento tecnico dell’unione doganale se ne regolano le modalità per l’ottenimento, il campo di applicazione, le eccezioni, la durata, gli schemi certificativi applicabili etc. etc.
Registrazione Statale/Expert Conclusion
A queste due forme per l’ottenimento della EAC si vanno ad aggiungere due ulteriori forme “certificative” richieste in modo specifico per alcune determinate tipologie di prodotti (in alcuni casi è richiesto insieme ad uno dei documenti sopra esposti) il primo prende il nome di Registrazione Statale in russo conosciuto con l’abbreviatura “СГР” (Свидетельство о Государственной Регистрации продукции таможенного союза) e il suo “ sussidiario” conosciuto come “Expert Conclusion Rospotrebnadzor” (Экспертное заключение Роспотребнадзора).
Entrati in vigore già dal 2010 hanno sostituito quello che è stato il certificato sanitario epidemiologico.
I prodotti per i quali è obbligatorio l’ottenimento della Registrazione Statale o delle Expert Conclusion sono indentificate in degli elenchi redatti denominati:
- Elenco delle merci soggette a vigilanza sanitaria ed epidemiologica;
- Elenco delle merci soggette a registrazione statale;
Il documento di registrazione statale rilasciato attesterà che i prodotti, il tipo di attività a cui sono destinati e/ o le condizioni tecniche sono conformi alle norme e ai regolamenti in materia di igiene. Nel caso delle Expert Conclusion si tratta di un elenco redatto in conformità all’ordinanza del Ministero della salute e dello sviluppo sociale della Federazione Russa n. 776 del 21 novembre 2005. “Sull’esame sanitario ed epidemiologico dei prodotti”.
Per l’ottenimento del certificato di Registrazione Statale i documenti propedeutici da presentare sono:
Domanda alla filiale territoriale del Rostpotrebnadzor;
Dettagli identificativi dell’azienda Applicant (INN, OGRN, Atto Costitutivo etc. etc.)
Normative tecniche in base alla quale i prodotti sono fabbricati
Descrizione Tecnica del prodotto con campo di Applicazione
Copia etichette prodotti (in lingua Russa)
Schede MSDS (se richieste dal prodotto in lingua russa)
Schede Tecniche TSD (se richieste dal prodotto in lingua russa)
Schemi perseguibili per ottenimento della Certificazione EAC
Molto spesso viene tralasciata l’importanza che gli schemi certificativi intesi come metodologia di controllo, analisi e test cosi come disposto dai dettami legislativi EAC, hanno assunto nell’ambito della certificazione. Cosi come previsto dall’originario decreto istitutivo “sulla tipologia degli schemi certificativi” del 21.09.1994 e successive modifiche, lo schema certificativo è una risultante dell’interpolazione tra più “forze” quali ad esempio: la tipologia del prodotto, la destinazione d’uso dello stesso e la tipologia propria del certificato. Con il termine “tipologia propria del certificato” si deve intendere la tipologia di certificato rilasciato con espresso riferimento alla durata dello stesso ad esempio per singola consegna, produzione a lotto, produzione seriale, etc etc. Innanzitutto iniziamo a differenziare gli schemi tra quelli inerenti l’ottenimento della “Certificazione di Conformità” da quelli inerenti l’ottenimento della ” Dichiarazione di Conformità”.
Gli schemi che interessano l’ottenimento della Dichiarazione di Conformità EAC sono sempre contrassegnati dalla lettera finale “d”. A mero titolo d’esempio per l’ottenimento della Dichiarazione di Conformità TR per la Federazione Russa gli schemi applicabili sono:
- 1d
- 2d
- 3d
- 4d
- 5d
- 6d
- 7d
L’esposizione che andrà a seguire pur se con qualche cambiamento inerente la nuova certificazione EAC puo essere almeno in linea di principio applicata in tutte e tipologie certificative dei paesi ex unione sovietica. Analizzando nel dettagio le singole voci scopriremo che:
Lo schema certificativo 1d è utilizzato per merci considerate non pericolose o a basso profilo di rischio, gli eventuali fattori di cambiamento sia d’uso che di “scostamento” a livello di qualità produttiva sono consideranti scarsamente esistenti e rilevanti tale da non giustificare una vista ispettiva presso lo stabilimento di produzione.
Gli schemi 2d,3d,4d, sono adottate quando è estremamente difficile, anche per il produttore stesso, fornire dettagli precisi a causa magari della specificità del prodotto, in tal caso ci si basa prevalentemente su materiale fornito dall’azienda produttrice quali prove interne,collaudi interni, flow,schede di lavorazione etc etc (lo schema 2D è utilizzato per le conformità per singola consegna).
I modelli 5d e 6d si usano essanzialmente per le merci giudicate ad alto grado di pericolosità, la scelta tra il 5 ed il 6 schema varia in relazione alla pericolosità che l’oggetto puo assumere al variare delle condizioni di produzione e di funzionamento dello stesso.
Lo schema 7d è l’apice della scala di pericolosità. Esso viene utilizzato per prodotti ad altissimo rischio e li dove le condizioni di rischio e sicurezza sono estremamente variabili in relazione al contingente momento produttivo.
Lo stesso principio determinativo si applica dunque anche alle nuove certificazione EAC dette TR-TC secondo lo schema sotto riportato:
Certificazione EAC chi la rilascia
La Gost Standard è abilitata al rilascio di tutte le tipologie di dichiarazioni di conformità EAC direttamente dalle sue sedi europee per qualsiasi regolamento tecnico CU-TR e dal rilascio delle certificazioni dalle sedi site nel territorio della comunità economica e doganale EurAseC come disposto e previsto dalla normativa. Siamo inoltre accreditati oltre al rilascio di certificato EAC per la Russia di certificazioni GOST, Dichiarazioni di Conformità GOST-R, Certificato Metrologico Russo (Pattern Approval), Certificato Metrologico Kazakhistan, Certificato di Primo Calibramento (Proverka), Certificati Antincendio Russia, Permit to Use sia Russo che Kazako, Lettere di esenzione da certificato metrologico, lettera di esenzione da certificato antincendio.
Chi deve richiedere il certificato EAC
La conformità EAC interessa, di fatto, tutte le aziende che intrattengono rapporti commerciali (esportazione) con la Russia o, in generale, con uno qualsiasi dei paesi della comunità Eurasec (formata da Russia, Bielorussia, Kazakhstan, Armenia e Kirghizistan). La richiesta per il rilascio puo essere inoltrata indifferentemente sia da aziende produttrici sia da aziende meramente commerciali. Per ovvie ragioni certificative sarebbe sempre meglio che a richiedere la certificazione sia l’azienda produttrice soprattutto nel caso di conformità EAC di macchinari e attrezzature siano esse a pressione, atex o in safe area in quanto (sempre in linea di principio) la documentazione da produrre (disegni tecnici, analisi dei rischi, test report di conformità) sono quasi sempre in mano al produttore, tuttavia è comunque possibile rilasciare la certificazione o la dichiarazione di confomrità EAC anche alle aziende che meramente commercializzano qui prodotti. Inoltre sempre più frequentemente il possesso della certificazione EAC costituisce titolo di merito favorendo le vendite del prodotto soprattutto nei casi (ad esempio) di costruzione di macchinari complessi. Secondo normativa tutti i componenti del macchinario dovrebbero essere certificati EAC al fine di dare un macchinario certificabile EAC.DI fatto, dunque, quello che sino a qualche anno fà era una prerogativa esclusiva di grandi aziende sta diventando una “voglia” di tutti e soprattutto delle piccole e medie realtà imprenditoriali che grazie anche alla velocità decisionale e una snellezza procedurale posso concorrere con realtà ben più grosse e sovente vincere la battaglia.
Cosa significa EAC?
La parola EAC è un acronimo derivante dalla istituzione della Comunità Economica Euroasiatica (la cui abbreviazione in lingua russa è “ЕАЭС”) e indicante l’unione economica e doganale di cui fanno parte al momento: Russia, Bielorussia, Kazakhstan, Armenia e Kirghizistan. Istituita in base al trattato firmato ad Astana il 29.05.2014 ed entrato in vigore 01.01.2015 accordo che di fatto pone in essere gli accordi per una unione doganale ed uno spazio economico comune.
CSI (Comunità degli Stati Indipendenti)
Le origini di tale comunità economica risalgono al 1991 con la dissoluzione dell’ex unione sovietica e la creazione di 15 nuovi stati indipendenti. Pur avendo subito una forte “spinta” diciamo secessionistica e dunque di frammentazione politica, giuridica e doganale (che a tutt’oggi gran parte della popolazione indica come di matrice non popolare ma attuata per volontà politica “esterna”) i profondi legami tra questi stessi stati hanno innescato il processo opposto alla discregazione in quel fenomeno denominato da Evgeny Vinokurov e Alexander Libman “Holding-Together Regionalism” favorendo nuovamente l’aggregazione di questi stati.
Il primo passo fu fatto proprio nel 1991 durante gli ultimi giorni di vita dell’Unione Sovietica con la istituzione del CSI (Comunità degli stati indipendenti) a cui aderirono sotto forma di Stati sovrani quasi tutti i paesi dell’ex URSS ad eccezione della Lituania, Lettonia e Estonia, mentre la stessa Ucraina non ultimo mai il processo di ratifica al CSI.
Commissione Economica Euroasiatica
L’organo che più direttamente ci interessa è la Commissione Economica Euroasiatica che rappresenta l’organo che gestisce l’unione doganale, la disciplina dei regolamenti tecnici per la conformità delle merci e dei servizi (Conformità EAC) nonché quasi tutte le tematiche di fondamentale importanza per lo sviluppo e il commercio internazionale dell’unione.
Da un punto di vista doganale il trattato della comunità Euroasiatica proprio nel preambolo fa riferimento a quanto indicato dal WTO in relazione al libero commercio, esportazioni, dazi e barriere non tariffarie, salvaguardia, antidumping, trasporti, proprietà intellettuale, valore doganali delle merci.
Esiste, però, un controsenso sia di forma che di sostanza; I singoli stati della comunità economica Euroasiatica fanno parte (ad eccezione della Bielorussa la cui adesione è ancora in corso) del WTO mentre L’unione Euroasiatica come tale non lo è!
Regolamenti Tecnici TR CU
La nascita della comunità ha introdotto rilevanti novità per le aziende europee (e non solo) nell’ambito del commercio con i paesi aderenti alla nuova comunità; primo tra tutti lo sviluppo ed il riconoscimento dei regolamenti tecnici dell’unione doganale (ТР-ТС Технический Регламент Таможенного Союза) in sostituzione delle varie forme di conformità Nazionali (Gost-R, Gost-K, Gost Belst).
Dunque qualsiasi operatore economico intenda vendere i propri prodotti (o servizi) verso la comunità euroasiatica dovrà conformare ed ottenere la conformità dei propri prodotti ai regolamenti tecnici sopra citati.
I documenti che attestano la conformità dei propri prodotti e dunque ne permettono lo sdoganamento e l’immissione in consumo sono fondamentalmente 3: